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La Chatbot con AI di Google

L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più centrale nel mondo della tecnologia. Google non vuole certo rimanere indietro e annuncia così il lancio del suo chatbot Bard.

L’idea del bot è per molti una risposta a ChatGPT di OpenAI, ma in realtà Google non è nuova allo sviluppo di tecnologie per l’IA ed è già da diversi anni che lavora e investe in queste tecnologie.

Ma cos’è Bard? Come funziona? È disponibile a tutti? Ecco cosa sappiamo!

 

Cos’è e come funziona BARD

Google il 6 febbraio annuncia il lancio di Bard, chatbot basato sull’ sull’intelligenza artificiale che è in grado di simulare conversazioni umane utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale e l’apprendimento automatico.

Bard è quindi alimentato dal modello linguistico-conversazionale LaMDA (Language Model for Dialogue Applications). L’ obiettivo del chatbot? Fornire risposte realistiche e aggiornate alle domande degli utenti utilizzando le informazioni presenti sul web.

Il bot non è pensato per essere un motore di ricerca, ma uno strumento per generare idee e rispondere ai quesiti degli utenti.

Così come si legge sul blog di Google all’interno di una nota pubblicata Sundar Pichai, CEO di Google:
“Bard cerca di combinare l’ampiezza della conoscenza del mondo con il potere, l’intelligenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici. Attinge alle informazioni dal Web per fornire risposte fresche e di alta qualità. Bard può essere uno sbocco per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità, aiutandoti a spiegare le nuove scoperte dal telescopio spaziale James Webb della NASA a un bambino di 9 anni, o saperne di più sui migliori attaccanti del calcio in questo momento.”

Per ora Bard è a tutti gli effetti un chatbot, ma pare sarà presto integrato all’interno del motore di ricerca Google.

Attualmente l’IA di Google può essere sfruttata per dare suggerimenti , per spiegare argomenti complessi o per creare contenuti. Seppur sappiamo ancora ben poco, pare proprio che Bard mostrerà tre diverse bozze per ogni risposta.

Così come spiegato dallo stesso Google, Bard includerà per ogni query il pulsante “Google it” per collegare una sessione di ricerca. Sarà possibile inoltre lasciare un feedback attraverso il pollice in giù o in su.

 

Chi ha accesso a Google BARD?

Google Bard è attualmente in fase di test, proprio per questo solo un numero limitato di utenti, attraverso una lista d’attesa aperta il 21 Marzo 2023 potranno testarne le funzionalità. I paesi che potranno beneficiare del chatbot e provarlo con mano sono momentaneamente due: Regno Unito e Stati Uniti.
Tuttavia Big G ha annunciato che presto Bard verrà rilasciato per altri utenti e altri paesi.
Perché limitare l’utilizzo e non consentire l’accesso a tutti? Per raccogliere feedback ed effettuare tutti i miglioramenti necessari per renderlo un prodotto valido.
La versione rilasciata infatti si basa su un modello leggero LaMDA decisamente più piccolo. Cosa vuol dire? Che richiede una potenza di calcolo inferiore consentendo così a Google di scalare e aprire il bot a più utenti, in modo da ottenere così un numero maggiore di feedback e suggerimenti.
Lo stesso Pichai afferma:
“Combineremo i suggerimenti esterni con i nostri test interni per assicurarci che le risposte di Bard soddisfino un livello elevato di qualità, sicurezza e fondatezza delle informazioni del mondo reale. Questa fase di test, di cui siamo entusiasti, ci permetterà di continuare a imparare e migliorare la qualità e la velocità di Bard”.

 

Google BARD e ChatGTP

Se Bard nasce come risposta a ChatGPT, il suo principale concorrente, pur avendo caratteristiche simili, il chatbot di Google presenta alcune differenze rispetto al prodotto di OpenAI.
L’obiettivo è di certo comune: migliorare l’esperienza degli utenti nella ricerca e nella comunicazione.
Possiamo affermare con certezza che entrambi sono in grado di trattare argomenti di varia natura e rispondere ai quesiti degli utenti utilizzando un linguaggio molto simile a quello umano.

Ma attenzione, entrambi i tool commettono errori. Per quanto siano progettati per fornire informazioni reali e di qualità, parliamo sempre di bot, l’errore è dietro l’angolo in qualsiasi momento. Lo stesso Google mette le mani avanti dichiarando: “Bard è un esperimento iniziale, non è perfetto e ogni tanto sbaglierà”.

Ciò che invece li differenzia è il modello su cui si basano. Bard, come abbiamo detto precedentemente utilizza un modello linguistico LaMDA mentre ChatGPT utilizza un modello di linguaggio GPT-3.

Anche il database non è uguale per i due chatbot. Se Bard infatti estrae le informazioni direttamente dal web e quindi sempre recenti, la soluzione di OpenAi utilizza un database interno attualmente aggiornato al 2021.

Infine la tipologia di risposte, la lingua e la capacità di elaborare il codice rappresentano altri elementi che differenziano e non poco i due strumenti.
Il chatbot di Google fornisce come detto tre bozze, quello di OpenAI fornisce una sola opzione che per quanto possa essere rigenerata non offre più scelte all’utente.

Bard ad oggi parla solo inglese mentre il suo principale avversario comprende e risponde in più lingue.
ChatGPT è in grado di creare ed elaborare un codice, cosa che attualmente Bard non fa, ma non è detto che in futuro questa funzione non diventerà disponibile.

Bard sarà in grado di reggere il confronto con i suoi competitor? Il tempo e i primi risultati dei test ci daranno la risposta, non ci resta che aspettare.

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